Salta la cedolare secca sui locali commerciali? La delusione delle Associazioni di categoria

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La bocciatura ieri sera, in commissione bilancio del Senato, degli emendamenti alla legge di bilancio che reintroducevano la cedolare secca per le locazioni commerciali (che come è noto scadrà il 31 dicembre), lascia le associazioni di categoria, dei proprietari e degli agenti immobiliari, deluse e sconcertate.

Il Presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, così commenta l’epilogo (per ora) del l’agevolazione introdotta con la legge di Bilancio 2019: “Si tratta di una decisione sorprendente. La misura era condivisa da tutte le forze politiche: l’hanno varata il Movimento 5 Stelle e la Lega con l’ultima manovra e per questa legge di bilancio vi erano emendamenti che ne prevedevano la conferma da parte dello stesso Movimento 5 Stelle, del Partito democratico e di Italia Viva, oltre che delle forze di opposizione (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia).

La necessità della cedolare era talmente evidente che a richiederla erano state anche le associazioni dei commercianti, convinte anch’esse che l’eccesso di tassazione sui proprietari dei locali affittati ostacolasse l’apertura di nuove attività. In assenza della cedolare, che era stata prevista per i contratti stipulati nel 2019, il proprietario è infatti soggetto all’Irpef, all’addizionale regionale Irpef, all’addizionale comunale Irpef e all’imposta di registro, per un carico totale che può superare il 48 per cento del canone e al quale deve aggiungersi la patrimoniale Imu-Tasi, oltre alle spese di manutenzione dell’immobile e al rischio morosità (per non parlare degli effetti provocati dalla preistorica regolamentazione dei contratti di locazione interessati).

Insomma, mentre ci si straccia le vesti per l’espansione di Amazon e per la moria di negozi, si elimina l’unica misura con la quale vi era speranza di rianimare un comparto in crisi, contribuendo anche a migliorare l’aspetto delle nostre città, combattendo degrado e insicurezza. Davvero incredibile”.

Dello stesso parere il Presidente di FIMAA, aderente a Confcommercio, Santino Taverna, il quale afferma “Il cambio di rotta sulla proroga per il 2020 della cedolare secca del 21% per gli affitti commerciali è un’occasione persa che danneggia il settore immobiliare  Da nord a sud del Paese i negozi stanno vivendo una crisi senza precedenti, a causa dello strapotere di internet e delle multinazionali che fanno affari in Italia, ma pagano le tasse nei paradisi fiscali all’estero – continua il presidente Taverna -. Anziché disincentivare la concorrenza sleale, con questa mancata proroga si incentiva la chiusura dei negozi tradizionali, non solo a danno del comparto immobiliare ma anche del commercio al dettaglio e della sicurezza delle nostre città, che vedono sempre più vetrine spegnersi e saracinesche chiudere definitivamente. La proroga dell’aliquota ridotta – conclude Taverna – avrebbe favorito la locazione degli immobili commerciali sfitti, rivitalizzando il tessuto sociale delle città e disincentivando la desertificazione dei centri storici dei medi e piccoli comuni d’Italia, oltre a portare nuove entrate nelle casse dello Stato. Come Fimaa auspichiamo un repentino cambio di rotta”.

A parere di chi scrive la cancellazione della cedolare, dopo solo un anno dall’introduzione, non permetterà di valutare a medio – lungo termine gli effetti che l’agevolazione poteva produrre per sostenere un settore, quale quello delle locazioni commerciali, ancora in grave sofferenza.

Vedremo gli sviluppi della vicenda e continueremo a tenervi aggiornati

Francesco Saverio Del Buono

Nella foto: Santino Taverna, Presidente Nazionale FIMAA