Ritirato emendamento su affitti brevi. Le reazioni

Italianway

Il ritiro dell’emendamento che poneva una stretta agli affitti brevi, presentato in sede di conversione in legge del decreto ‘Milleproroghe’, e che aveva diviso favorevoli e contrari alla creazione di nuove limitazioni al settore, ha come previsto provocato dichiarazioni di entusiasmo da parte di coloro che erano contrari all’emendamento.

Marco Celani, AD Italianway azienda protagonista del settore extra alberghiero italiano che ha chiuso il 2019 con un consuntivo di 15 milioni di euro e portavoce delle Associazioni nazionali “Italia Startup” e “Startup Turismo” dichiara:

Bene che l’emendamento al dl Milleproroghe presentato dal Pd alla Camera sia stato ritirato, visto che presupponeva che il legislatore nazionale abdicasse al suo ruolo di indirizzo strategico e di vision orientata a far crescere le colonne su cui si regge il PIL Italiano (ed il turismo con il comparto dei cosiddetti affitti brevi che vale circa 2,5 miliardi di euro è una di queste colonne) a vantaggio di sindaci sceriffi, magari sensibili a corporazioni locali, che legifererebbero in maniera difforme uno dall’altro rendendo impossibile a qualsiasi azienda italiana crescere a livello nazionale. Ma ora serve una cabina di regia a livello nazionale. Non si può stressare così il settore”.

Spesso ci si lamenta che in Italia – continua Celani – non esistano grandi aziende nazionali in grado di contrastare i colossi stranieri che traggono profitto dal turismo giocando in casa nostra: ma come può un’azienda italiana anche di medie dimensioni fare il salto e diventare grande di fronte a principi secondo cui ogni Comune è libero di mettere barriere normative verso gli operatori, magari per tutelare interessi di amici e parenti come avviene soprattutto nei centri più piccoli che sarebbe invece cosa buona aprire al turismo diffuso di qualità anche per diversificare rispetto alle solite Top Destination?

La verità è che se si vuole davvero far volare il settore regolamentandolo in maniera buona al fine di far emergere il nero che ancora oggi c’è, e che avviene quasi tutto off line, e se davvero si vogliono supportare le imprese innovative italiane che ogni giorno lottano per creare ricchezza, occupazione e migliorare le condizioni di vita di tanti per esempio attraverso lo sviluppo di infrastrutture necessarie per l’offerta turistica, serve una cabina di regia nazionale. Il nostro auspicio è che la politica ascolti e tenga conto delle indicazioni preziose di chi lavora in questo settore nel pieno rispetto delle normative vigenti e della fiscalità prevista, producendo reddito per i proprietari che investono sulle loro seconde case inutilizzate, portando in Italia un turismo di qualità che cerca proprio questo tipo di esperienza di soggiorno e non sarebbe attratto in nessun caso dalla ricettività tradizionale.

Così com’era, l’emendamento presentato al Milleproroghe da due esponenti PD si configurava come un vero e proprio attentato alla libertà di impresa nei confronti di aziende che portano turisti, pagano le tasse e producono occupazione e ricchezza sui territori, oltretutto ledendo in maniera incostituzionale il diritto di proprietà della famiglie italiane.

Sbagliato il metodo e sbagliato l’intento: limitare l’esercizio d’impresa affidandosi all’arbitrio dei Comuni non serve a far emergere il nero, tutt’altro lo favorisce. La ricerca condotta dall’Osservatorio Innovazione Digitale sul Turismo del Politecnico di Milano presentata ieri e di cui come Italianway siamo parte attiva ha registrato che il 75% delle prenotazioni nel settore extra alberghiero non passa dal web, quindi non è tracciabile. In altre parole il digitale non è affatto terreno fertile per il nero, tutt’altro”.

Quanto alle accuse ricorrenti verso l’extra alberghiero come causa di overtourism e desertificazione dei centri storici, Celani chiarisce: “Chi fa business strutturato in questo settore lavora con viaggiatori internazionali alto spendenti che portano ricchezza e stimolano i proprietari di seconde case sfitte ed inutilizzate a rimetterle a nuovo, dando respiro all’edilizia e lustro all’urbanistica. I nostri viaggiatori sono cittadini temporanei che sognano un’esperienza di soggiorno all’italiana e per questo sono disposti a spendere immergendosi nella realtà locale che hanno scelto. Cercano case belle, cultura, enogastronomia, lifestyle, itinerari alternativi ai soliti inflazionati e non pizza surgelata da mangiare seduti su qualche scalinata fronte monumento.

Ciò non toglie continua Celani – che il problema dei grandi flussi esista e che vada regolamentato il fenomeno con una legislazione armonica, omogenea a livello nazionale; ma la cosiddetta desertificazione dei centro storici non si può certo imputare ad un settore come il nostro, sempre più vero traino dell’economia nazionale, bensì alla mancanza di servizi, soprattutto nelle grandi città, con residenti sempre più anziani e senza giovani generazioni cui tramandare la proprietà, per via del costante calo demografico, che preferiscono trasferirsi dove la vita è più facile e costa meno. Certamente non per colpa di un vicino di casa australiano che sta magari trascorrendo il suo anno sabbatico nel Belpaese”.

Favorevole alla cancellazione dell’emendamento anche Confedilizia, che con il presidente Giorgio Spaziani Testa dichiara:
Prendiamo atto con soddisfazione del ritiro dell’emendamento al decreto Milleproroghe in materia di affitti brevi. Come abbiamo più volte sottolineato, su questo tema si sta legiferando ormai ad un ritmo incessante e non si sentiva certo il bisogno di un ennesimo intervento normativo. L’auspicio è che, finalmente, si inizi a guardare agli immobili
come risorsa da salvaguardare e non come investimento da punire
”.

Anche Fiaip plaude al ritiro dell’emendamento; secondo l’associazione degli agenti immobiliari il fenomeno delle locazioni brevi è ancora poco conosciuto dal legislatore e avrebbe introdotto, anche in quest’occasioni inutili vincoli per gli affitti brevi. Bisogna invece fare attenzione su questo tema delicatissimo per l’economia, il Real Estate e lo sviluppo economico del territorio.

Purtroppo si sta legiferando ancora una volta con provvedimenti improvvisati che penalizzano tutto il comparto, oltre all’economia e le attività produttive locali delle città, dichiara il Presidente Fiaip Gian Battista Baccarini . L’emendamento in questione, voluto assai probabilmente dagli albergatori, intendeva affossare le locazioni turistiche, invece di dare linfa al tessuto economico cittadino, contenere il fenomeno dello svuotamento dei centri storici e creare un forte stimolo per tutte le attività economiche e per il turismo”.

Gli immobili sono una risorsa per il Paese e consentire l’attività di locazione di breve periodo di alloggi per uso turistico è un diritto per molti proprietari che investono nel settore. Per questo come Fiaip – conclude il Presidente Gian Battista Baccarini – chiediamo al Governo un Tavolo urgente sulla riforma delle locazioni, volto ad analizzare il fenomeno e a strutturare insieme alla Regioni e al Governo misure di medio lungo termine per il comparto.”

Foto: appartamento Italianway a Milano “Bramante 1”