Luci e ombre su Roma

Aspesi

Al Tempio di Adriano ASPESI Roma Roma e Il Timone a confronto sugli effetti della pandemia e della guerra in Ucraina

L’incontro è stato introdotto da Lorenzo Tagliavanti, Presidente della CCIA di Roma, che ha ricordato come tutti gli indicatori dimostrino che Roma -nonostante il blocco del turismo- aveva resistito al Covid meglio della media nazionale e di altre grandi metropoli. Ma poi è arrivata l’altra imprevista mazzata della guerra e ora regna una grande incertezza. “Bisogna quindi fare squadra -ha affermato – in particolare per il Giubileo del 2025 e per Expo”. Per quanto riguarda il settore immobiliare, ha ricordato, anche come rappresentante della  CNA, che il 33% degli artigiani romani lavora per la filiera delle costruzioni.

Nella sua relazione di apertura, l’ambasciatore Gianpiero Massolo è partito dalla considerazione che in questo scenario imprevisto e tragico nessuna potenza è in grado di dettare l’agenda, nemmeno gli Usa, nemmeno in duopolio con la Cina. Perché un’altra potenza (piccola come economia, avendo un Pil inferiore quello italiano, ma immensa territorialmente e super-armata) come la Russia è entrata in campo bruscamente. Siamo quindi nei rapporti planetari, ha proseguito l’Ambasciatore, in una fase da lui definita “anarchica”: l’occidente da un lato è tutto il resto del mondo dall’altro, ma in ordine sparso, con aggregazioni contingenti fondate solo sull’interesse. “Qual’è la fine del gioco -si è chiesto Massolo- difficile dirlo e il rischio è che la guerra e l’instabilità globale diventino croniche”. “Per noi europei – ha concluso – sarebbe come vivere sotto una nube tossica, per cui non vi sono spazi in questa fase per i dubbi o il terzaforzismo“.


Il convegno è poi proseguito con la relazione del Prof. Matteo Giuliano Caroli, docente alla LUISS Business School di Roma, che ha rilevato come la reazione dei mercati alla nuova crisi non sia stata sinora molto forte, ma potrebbe esserlo in un prossimo futuro. Per evitarlo occorre interagire positivamente tra governi, imprese e forze sociali con l’obiettivo di un nuovo patto per il lavoro che favorisca reddito, sicurezza sociale e produttività. “Con il Covid e la guerra si è interrotta la globalizzazione?” -si è chiesto Caroli- “In realtà per ora non è cambiato nulla. E’ in corso, però, una decisa riconsiderazione di tutte le “lontananze” (produttive, commerciali, turistiche) con l’obiettivo di riavvicinarle per migliorare la qualità”. Altro trend sottolineato dal Professore e stato quello della diminuzione delle produzioni di massa e aumento di quelle di qualità in tutti i campi, ivi incluso il turismo. “Contro la crisi attesa occorre puntare decisamente – ha concluso Caroli– sulle produzioni ad alto valore aggiunto e sulla crescita dimensionale delle imprese“.

Si è aperta, quindi, la tavola rotonda moderata da Gian Marco Chiocci di ADN Kronos. Nel suo intervento Paolo Buzzetti, Presidente di ASPESI Roma, è partito dalla contraddittorietà della situazione che dopo oltre 12 anni di austerity vedeva finalmente e incredibilmente i soldi necessari: “per anni -ha ricordato Buzzetti- avevo  quantificato in 100 miliardi la dotazione indispensabile  per la manutenzione e la riqualificazione delle infrastrutture e delle città  e per tutto il settore immobiliare-costruzioni italiano e  ora finalmente arrivano (di cui ben  50 per le città); purtroppo però la contemporaneità dell’aumento delle materie prime e lo scoppio della  guerra ha nuovamente bloccato tutto. E’ importante sottolineare che sono in arrivo complessivamente  16 md per la regione Lazio” “Con la guerra, però, i costi  di costruzione sono aumentati  del 30% – ha sottolineato Buzzetti- e occorrerebbe quindi stanziare  il 30% in più di risorse, visto che per sua normativa il numero dei progetti PNRR non può essere ridotto“. “Fronteggiamo poi – ha proseguito il Presidente degli immobiliaristi romani – l’annoso problema della burocrazia pubblica romana, veramente devastata dallo spoil-sistem  introdotto  dalle forze politiche nazionali sia di destra che di sinistra   e  dalle frenetiche  rotazioni dei dirigenti  imposti delle ultime  amministrazioni. Vi è inoltre  ancora una sottile  diffidenza da parte della politica  nei confronti del mondo professionale ed imprenditoriale romano che impedisce una vera collaborazione pubblico-privato, già sperimentata con successo in passato. Il  problema più importante, direi decisivo è riscontrabile nella  mancata indicazione di procedure  che permettano   l’intervento privato nei progetti del PNRR. Tale opportunità moltiplicherebbe l’efficacia degli interventi pubblici grazie all’apporto di capitali privati come prescritto dalle norme del PNRR. Problema grave ed analogo a quello che ASPESI sta fronteggiando in tutta Italia per ottenere misure nazionali e locali idonee affiancare progetti di rigenerazione urbana privata a quelli pubblici“.

E’ seguito l’intervento di Sabrina Florio, Vice-presidente di Unindustria -la Confindustria di Roma e Lazio- con delega al Centro Studi, che ha segnalato la crisi industriale in corso nel territorio romano, anche se i servizi si sono ripresi abbastanza bene. “L’industria è gravemente colpita dalla crisi internazionale degli approvvigionamenti e dell’energia -ha sostenuto la rappresentante degli industriali- e va invece aiutata e valorizzata, anche perché in questo territorio sono operanti eccellenze produttive mondiali, dalla farmaceutica alla metallurgia.”Giancarlo Cremonesi, Presidente dell’Associazione Il Timone, ha puntato il dito contro le amministrazioni precedenti all’attuale che hanno fatto ben poco per Roma. “Occorre cambiare subito e decisamente passo -ha sostenuto Cremonesi-, in particolare sui tempi deliberativi che scoraggiano gli investimenti, soprattutto internazionali”. “Si sta determinando il rischio di una crisi sociale senza precedenti, accompagnata da una crisi delle imprese -ha proseguito l’Avvocato- anche perché la politica non mette più in contatto le realtà sociali ed economiche con le istituzioni, come avveniva un tempo con i partiti di massa”. “E per questo avvicinamento tra mondi che non dialogano – ha concluso- le associazioni imprenditoriali, professionali e civiche possono costituire una nuova e insostituibile cinghia di trasmissione”.Onorio Rebecchini, Vice-presidente di Federalberghi Roma, ha ricordato che il turismo è attività molto rapida nello scendere, ma anche nel riprendersi. “La vicenda del Covid non ha fatto eccezione a questa regola -ha argomentato il rappresentante degli albergatori- anche se 150 strutture hanno chiuso e forse non riapriranno”. “Tuttavia –ha proseguito Rebecchini- “i dati del 2021 e anche i primi del 2022 hanno superato quelli del 2019”. “Ma per consolidare un trend positivo stabile, Roma -ha concluso- deve puntare soprattutto sul turismo congressuale, il solo in grado di portare stabilmente ricchezza a questo territorio”.Valeria Giaccari, responsabile del progetto per l’imprenditorialità femminile della Camera di Commercio di Roma, ha poi illustrato il progetto STIMIAMOCI, volto a promuovere -con l’appoggio delle associazioni economiche- nuove giovani figure di imprenditrici operanti sul territorio. L’incontro si è concluso con la decisione condivisa tra le organizzazioni promotrici di formalizzare e lanciare una realtà permanente di coordinamento operativo delle associazioni economico-professionali romane più rappresentative che, sotto l’egida della Camera di Commercio, possa interloquire efficacemente con le Amministrazioni comunale e regionale in vista della promozione di progetti condivisi per Roma di rigenerazione urbana e promozione dell’economia del territorio.