Le RSA nel mondo Real Estate: tre fattori chiave per gli investimenti nel mondo della terza età

“L’Italia è un Paese che sta invecchiando”. Quante volte sentiamo questa frase? Chi ha frequentato la scuola elementare negli anni ’80-’90 può dire di essere cresciuto al suono di questa frase. Diventando grandi, abbiamo constatato che non era solo un’affermazione detta dalle care maestre, ma un dato di fatto dal quale non è possibile prescindere.

Ci viene in aiuto Nomisma per quantificare il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione: a livello europeo, si stima che gli over 65 passeranno dal 19,7% del 2018 agli attesi 29,1% nel 2060 – percentuali che in Italia salgono al 22,8% del 2018 e al 34,3% previsto per il 2060. Ma non finisce qui, perché allo stesso modo è cresciuta anche la fascia dei cosiddetti grandi vecchi, gli over 80, che in Italia costituivano il 7% della popolazione nel 2018 e si stima arriveranno ben il 16,1% nel 2060 (che secondo la previsione mediana Istat ad aprile 2021 sarà pari a 55.161.568 persone).

Da qui il fiorire di strutture dedicate: residenze sanitarie assistite (RSA), case di cura e case di riposo (senior living). Vediamo intanto cosa sono.

  • RSA: strutture sociosanitarie residenziali a tempo determinato o indeterminato pubbliche, private o convenzionate, che accolgono pazienti non autosufficienti che necessitano di assistenza sanitaria, infermieristica o riabilitativa;
  • Casa di cura: strutture sanitarie private a cui si rivolgono pazienti, anche parzialmente autosufficienti, affetti da patologie acute che richiedono assistenza sanitaria continua;
  • Case di riposo: strutture pubbliche o private a cui si rivolgono anziani autosufficienti, volte a favorire l’invecchiamento attivo con l’offerta di assistenza leggera.

Calando questa premessa nel mondo Real Estate, non passa di certo inosservata l’attenzione che questo ramo di Alternative Asset ha suscitato negli investitori, soprattutto stranieri, che vengono a fare acquisti nel Bel Paese. Ma quindi, qual è il punto di vista degli investitori? I tre fattori chiave che trainano l’interesse per questa tipologia di assets sono:

  1. Segmento anticiclicola richiesta di questo prodotto non è dettata da un bisogno direttamente correlato alla congiuntura economica, ma alla tendenza demografica. L’aumento della popolazione anziana si traduce nella riduzione dei nuclei familiari tradizionali e, di conseguenza, nella domanda crescente di servizi e soluzioni abitative per questa fascia di popolazione.
  2. Diversificazione: includere questa tipologia di Alternative Asset nel portafoglio d’investimenti a fianco ai più noti uffici, retail, etc. permette l’attuazione di strategie di diversificazione;
  3. Ritorno sull’investimento: investire in queste strutture significa operare scelte di investimento di medio-lungo periodo con redditività stabili nel tempo.

Da un’analisi più ampia non possono essere escluse anche le ricadute per il territorio ospitante, che per lo più hanno impatto negli ambiti:

  1. Sociale: crea una filiera innovativa per contrastare il problema dell’isolamento;
  2. Ambientaleoffre l’opportunità di riconvertire e rigenerare immobili e/o aree dismesse e dotare il territorio di una infrastruttura sociale;
  3. Economico: attrae investimenti e genera occupazione.

Il disposto combinato di quanto sopra rappresentato non può che chiarire le ampie potenzialità di crescita di questo segmento di mercato. Se a questo si somma il fatto che in Italia esiste un ritardo nello sviluppo e nell’offerta di soluzioni abitative in linea con l’esigenza della popolazione anziana rispetto agli altri Paesi europei, si ottiene un ambito di mercato con un potenziale di sviluppo non marginale.

…aspettiamo il 2060 per vedere se le previsioni saranno confermate!

Articolo a cura di Alberto Cominelli, Head of Project Management di CBRE Italy