Gli italiani vivono in case troppo piccole – la ricerca della RUR

Abitazione

In un periodo in cui gli italiani sono costretti, causa le restrizioni per la pandemia di coronavirus, a rimanere in casa, la RUR – Rete Urbana delle Rappresentanze, ha pubblicato una interessante ricerca sugli spazi abitativi delle famiglie italiane.

Ne è emersa una situazione che vede i nostri concittadini vivono in abitazioni che sono mediamente più piccole di quelle a disposizione di francesi, tedeschi, spagnoli o giapponesi.

Secondo una comparazione internazionale le case abitate dagli italiani hanno una dimensione media di 81 mq. meno di quelle giapponesi (95mq.), spagnole (97 mq.) tedesche (109 mq.) e francesi (112 mq.). Sono valori medi (per l’Italia coincidono con le dimensioni catastali della fascia intermedia degli alloggi), ma che hanno grande variabilità a seconda della loro localizzazione territoriale, in particolare fra grandi città e piccoli paesi. Ad esempio, a Parigi, il mercato immobiliare offre, anche a caro prezzo, piccole maisonette di soli 15 -20 mq. e non è una rarità, mentre nella provincia francese le abitazioni sono decisamente grandi.

Gli italiani vivono per metà in immobili multipiano, il 25,5% in condomini con più di 10 abitazioni e un ulteriore 27,1% in edifici più piccoli. In questo periodo di chiusura, il condominio, classico campo di battaglia della micro-conflittualità sociale, sta divenendo sempre più una cellula di vicinanza e solidarietà. Abbastanza simile all’Italia è la situazione della Germania, mentre nella Francia prevalgono tipologie abitative a minore densità, come case a schiera e unifamiliari, al contrario nella Spagna della grande bolla immobiliare ben il 44,8% delle famiglie vive in grandi condomini (tab. 1).

Tab. 1 – Tipologia di immobile dove è collocata l’abitazione delle famiglie in alcuni paesi europei (anno 2018 – Val.%)


In edifici con più di 10 alloggi In edifici con meno di 10 alloggi In altre tipologie edilizie Totale famiglie





Spagna 44,8 20,1 35,1 100,0
Germania 16,7 39,5 43,4 100,0
Italia 25,5 27,1 47,4 100,0
Francia 20,6 10,4 69,0 100,0
UNIONE EUROPEA 23,2 18,1 58,7 100,0

Fonte: Elaborazione Rur su dati Eurostat, 2020

Secondo Eurostat, fra i grandi paesi europei l’Italia vive una condizione abitativa più disagiata con ben il 30,9% dei nuclei in sovraffollamento, ovvero con disponibilità di spazio residenziale, calcolato sulla base della composizione del nucleo familiare e l’età dei componenti, inferiore agli standard europei di riferimento. Il tasso di overcrowding medio dell’Unione Europea riguarda il 18,3% delle famiglie, mentre la Francia scende all’8,2%, la Germania al 6,3% e la Spagna al 5,0% (fig. 1).

Fig. 1 – Famiglie che vivono in sovraffollamento (esclusi i nuclei di 1 sola persona – anno 2018 val.%)

Fonte: Elaborazione Rur su dati Eurostat, 2020

Ci sono quindi ragioni oggettive nella valutazione che il 37,5% degli italiani ha fornito di vivere in una casa piccola in un’indagine realizzata, nell’autunno 2019, dalla RUR (think tank cui aderiscono fra gli altri Intesa SanPaolo, Cdp, Tim Federcasa e Sistemi Urbani-FS), adducendola come prima motivazioni per la ricerca attiva di un nuovo alloggio da acquistare o affittare. La quota d’insoddisfatti per le dimensioni dell’alloggio sale al 44% a Roma, al 40% a Torino, al 39% a Firenze e Napoli, mentre Milano resta nella media del 37%. Leggermente più bassa è la quota registrata a Bari (34%), Bologna (33%), Palermo e Genova (32%).Oltre un terzo di italiani, quindi, valuta piccola la casa in cui abita (fig. 2).

Un aspetto non secondario del vivere in casa riguarda le persone che abitano da sole, in costante crescita anche negli ultimi anni e che per la metà sono costituiti da anziani: gli ultra sessantacinquenni soli sono pari a 9.537.000. Viviamo fortunatamente un momento in cui è più facile l’aiuto reciproco, che potrebbe sopperire a carenze strutturali che colpiscono proprio i singles. Secondo Eurostat nel 2018 14,4% delle persone che vivono da sole in Italia non hanno nessuno cui affidarsi, una quota più che doppia rispetto alla media europea del 6,8% e molto lontana da paesi come Germania (solo 4,9% non ha alcun punto di riferimento), la Francia (7,7%) e persino la Spagna (4,2%) dove evidentemente funzionano meglio le reti familiari.

Gli italiani, seppur forzatamente, stanno riscoprendo la vita domestica – ha commentato il Presidente della RUR Giuseppe Roma –ed è inevitabile che emergano i pregi e i difetti della propria abitazione” “Il modello abitativo tutto proiettato verso l’esterno ci ha fatto sottovalutare le prestazioni dell’immobile in cui viviamo – ha proseguito il prof. Roma – e ora ne rileviamo i limiti. Di questo bisognerà tenerne conto anche nel gestire la sacrosanta regolamentazione del lockdown”.

Fig. 2 – Famiglie che valutano troppo piccola l’abitazione in cui vivono (val. %)

Fonte: Indagine RUR, 2019