CBRE: il settore alberghiero italiano 2023

L’aumento del costo del debito in seguito ai rialzi dei tassi d’interesse da parte della BCE ha avuto ripercussioni negative sui valori immobiliari, mettendo in discussione la capacità delle controparti di rispettare i covenant finanziari e, in alcune occasioni, anche il servizio del debito.

In questo contesto, nonostante il permanere di ampie disponibilità liquide nelle mani di istituti di credito e soprattutto di alternative lender, i finanziatori si sono dimostrati sempre più selettivi. In particolare, stiamo assistendo a un ridimensionamento degli importi dei prestiti e una ricalibratura delle strutture dei covenant. Allo stesso tempo, l’interesse dei finanziatori si sta indirizzando sulle asset class percepite come meno rischiose, grazie alle prospettive positive offerte dai mercati occupier: residenziale, logistica e alberghiero.

In particolare, in Italia il settore alberghiero da anni incontra un forte interesse da parte di investitori, operatori e finanziatori. Le ragioni alla base di questo interesse vanno ricercate soprattutto nel processo di rinnovamento dell’offerta alberghiera italiana osservato negli ultimi anni con l’ingresso di investitori e operatori internazionali. Questo processo, infatti, sta portando a una rapida “istituzionalizzazione” di un mercato ancora caratterizzato da una forte presenza di operatori locali e privati, incontrando l’interesse di finanziatori molto attenti alla qualità degli sponsor e del business plan.

Il modo in cui l’industria alberghiera ha affrontato le grandi sfide dei mercati negli ultimi anni (pandemia, rischio geopolitico e inflazione), ha ulteriormente rafforzato la fiducia dei finanziatori in questo settore.  Il recupero delle performance post-Covid è stato infatti molto rapido, in particolare per il segmento leisure dell’industria alberghiera italiana. Allo stesso tempo, l’impatto della riduzione dei flussi turistici da alcune nazioni chiave per il mercato italiano, come la Cina – durante i lockdown – e la Russia – a seguito dello scoppio del conflitto in Ucraina – si è dimostrato minimo. L’industria alberghiera ha anche confermato la propria reputazione come copertura dell’inflazione, adeguando le proprie politiche tariffarie per contrastare gli aumenti dei costi.

Tuttavia, la bontà dei fondamentali dell’industria potrebbe non essere sufficiente per assicurare buone condizioni di accesso al credito per il settore alberghiero. È diventato infatti imprescindibile il rispetto di elevati standard ESG per qualunque tipo di iniziativa alla ricerca di un finanziamento. Questo tema è ormai trasversale a tutte le asset class e a tutti gli ambiti d’investimento, ma assume una dimensione di particolare importanza proprio per il mercato alberghiero italiano.

In primo luogo, l’industria del turismo è intrinsecamente esposta al rischio climatico e un progetto, per essere finanziabile, non può prescindere da considerazioni su possibili fenomeni ambientali avversi e da misure finalizzate allo loro mitigazione. In secondo luogo, l’industria alberghiera è particolarmente energivora e quindi esposta agli aumenti dei costi dell’energia. Solo in tempi relativamente recenti, gli investimenti nel mercato alberghiero italiano sono stati in grado di dimostrare il grande potenziale inespresso di questa industria. In un contesto in cui gravano in modo sempre più incombente i rischi del cambiamento climatico, incorporare all’interno dei business plan iniziative finalizzate alla mitigazione dei rischi ambientali e al perseguimento di esternalità ambientali e sociali positive sarà necessario per rendere finanziabili i nuovi piani d’investimento.