JLL: ottimizzazione degli investimenti in ottica people first, utilizzo dei dati, visione olistica dal singolo alla comunità e partnership strategiche tra i 10 trend del Commercial Real Estate del 2023
La ricerca di JLL “Top 10 Global CRE Trends 2023” mette in evidenza le principali tendenze e punti di svolta del mercato, esplorando il modo in cui le aziende possono reinventare le loro strategie immobiliari in risposta alle priorità di un settore in continua evoluzione.
Milano, febbraio 2023 – In un contesto economico di cauta ripresa e in uno scenario operativo complesso, che risente di macro-fattori – quali mancanza di manodopera, aumento dei costi, problemi alle catene di fornitura e crisi energetica – per le società diventa prioritario rivedere le strategie di corporate real estate e investire in soluzioni che permettano un continuo adattamento alle dinamiche di un mercato in rapida evoluzione.
La ricerca di JLL, leader mondiale nei servizi e nella gestione degli investimenti per il settore immobiliare, analizza le 10 tendenze che avranno più impatto sul settore immobiliare a livello globale nel corso del 2023. Dall’analisi emerge come diventi ora più che mai necessario un attento bilanciamento tra una gestione efficace dei costi, un buon livello di qualità degli immobili e una necessaria trasformazione degli spazi di lavoro.
Realtà ibrida
La transizione verso ecosistemi ibridi di lavoro continuerà a essere una delle principali aree di interesse nel 2023, e anche oltre, rimanendo centrale nelle strategie di molte aziende, quale modello organizzativo destinato a consolidarsi. La maggior parte delle aziende sta ancora valutando come gestire questo cambiamento e quali siano le migliori soluzioni da implementare, in base alle proprie politiche e all’assetto organizzativo, in termini di spazi e tecnologie.
L’analisi evidenzia che il 56% delle società considera prioritario implementare un modello di lavoro ibrido entro il 2025, il 60% dei dipendenti dichiara infatti di essere favorevole a questo nuovo modello di lavoro. Il 47% delle corporate ha già implementato tecnologie utili a permettere il lavoro da remoto mentre il 44% ha in pipeline l’implementazione entro i prossimi 3 anni. Il 53% delle realtà dichiara che verranno implementati piani di remote working permanenti per tutti i dipendenti entro il 2025.
Ottimizzazione degli investimenti a lungo termine in ottica “people first” Come evidenzia lo studio di JLL, da quando è iniziata la pandemia il 50% dei lavoratori a livello globale ha lasciato la propria occupazione e il 90% dichiara di volerla cambiare entro i prossimi 12 mesi. Le società si trovano a ridefinire le proprie logiche interne e strategie di portafoglio immobiliare alla luce delle attuali condizioni di mercato, degli obiettivi aziendali e delle preferenze della forza lavoro, al fine di soddisfare le aspettative degli stakeholder e incrementare non solo la talent attraction, ma soprattutto la retention delle risorse.
Nel 2022, il 75% dei datori di lavoro a livello globale ha infatti affermato di avere riscontrato difficoltà nella ricerca dei profili richiesti. I decision makers del settore CRE prevedono quindi di accelerare da qui al 2025 gli investimenti per progettare ambienti di lavoro che migliorino il coinvolgimento e il benessere dei dipendenti (46%), di aumentare la quantità di spazi flessibili nel loro portfolio (42%) e gestire in modo dinamico la domanda di spazio (40%). Implementazione delle tecnologie aziendali.
La tecnologia favorisce il miglioramento dell’efficienza operativa e della resilienza degli edifici – una priorità assoluta da qui al 2025 per il 53% delle aziende. L’adozione di tecnologie per la gestione degli ambienti di lavoro, degli immobili e dei portafogli può aiutare i leader del settore a organizzare le operazioni in modo dinamico e creare ambienti di lavoro sani e coinvolgenti, efficienti dal punto di vista energetico e automatizzati, e a ridurre i costi.
Il 70% dei CFO riconosce il ruolo fondamentale delle tecnologie digitali per aumentare l’efficienza dei propri servizi e offrire una migliore esperienza agli stakeholder sia una priorità l’implementazione di tecnologie digitali. Dalla ricerca emerge altresì che il 56% ha in pipeline l’efficientamento delle tecnologie aziendali per sviluppare una gestione predittiva degli immobili.
Maturità dei dati
La data maturity genera sofisticati indicatori di performance e analisi in grado di supportare processi decisionali dinamici. Sebbene il report evidenzia come oggi solo il 13% delle realtà raccoglie i dati in real-time e utilizza sistemi di analisi avanzati, il 43% pianifica di investire nell’utilizzo dei dati per i riuscire a prendere decisioni in tempo reale e più della metà delle corporate ha adottato nel corso del 2022 nuovi modelli di data science.
Wellbeing olistico
Un’ulteriore tendenza che si è andata via via rafforzando nel corso degli ultimi mesi è l’importanza riconosciuta al benessere sociale, fisico e mentale dei dipendenti. Dalla ricerca emerge che il 41% delle realtà è consapevole che migliorare il well-being sia un driver per incrementare la D&I.
La metà delle corporate ha già implementato luoghi di lavoro inclusivi che promuovono la collaborazione, la socializzazione e il senso di appartenenza delle persone mentre il 33% ha in pipeline di farlo entro il 2026. Il 43% prevede di accelerare gli investimenti in strutture nuove o servizi che supportino la salute e il benessere psico-fisico.
Comunità connesse
L’evoluzione della forza lavoro e delle preferenze dei consumatori, l’attenzione alla sostenibilità e la trasformazione degli immobili grazie alla tecnologia stanno spingendo verso una “reimmaginazione dei CBD” e la conseguente “urbanizzazione della periferia”.
Orientare le scelte aziendali verso luoghi di lavoro connessi in cui le persone possano sentirsi parte di una vera e propria comunità dove è possibile creare relazioni e divertirsi sarà sempre più una priorità per le organizzazioni che desiderano aumentare la propria competitività. Le stesse città vengono oggi ripensate in quest’ottica, attraverso progetti di rigenerazione, da cui nascono distretti a uso misto connessi, sostenibili e innovativi.
Resilienza climatica
Le emissioni prodotte dal funzionamento degli immobili nel 2021 sono state superiori del 5% rispetto ai livelli del 2020 e del 2% rispetto al picco pre-pandemico del 2019. La domanda di energia per il riscaldamento, il raffreddamento, l’illuminazione e le attrezzature degli edifici è aumentata di circa il 4% rispetto ai livelli del 2020. Questi dati portano le corporate a impegnarsi a voler diminuire i livelli di emissioni.
Entro il 2025 il 90% dei decision makers nel settore immobiliare conta di prendere attivamente decisioni che impattino positivamente sulla carbon footprint, con un 80% che vorrebbe includere nei propri contratti di locazione iniziative volte a migliorare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni, come l’uso di energie rinnovabili o lo sviluppo di strategie di elettrificazione. Il 74% dichiara infatti di essere disposto a pagare canoni premium per avere immobili che rispettano i criteri ESG.
Quasi il 40% prevede di accelerare investimenti per incorporare i principi di design circolare nella ristrutturazione dei propri immobili.
Procurement responsabile
Se si considera che il 60% delle emissioni globali sono generate dalle catene di fornitura, portare un cambiamento positivo e sostenibile sarà una necessità sempre più sentita. La ricerca di JLL mette in luce che il 79% dei decision maker del mondo real estate pianifica di adottare pratiche responsabili durante le operazioni commerciali e nella scelta dei fornitori che devono dimostrare di essere rispettosi dei principi esg da un punto di vista ambientale, politico e sociale.
Ridefinire nuove partnership
Sempre più rilevante anche la necessità di creare alleanze strategiche, per far fronte alle complessità del mercato determinate dal lavoro ibrido e favorire la transizione verso un mondo a basse emissioni di carbonio, sostenibile ed equo. Il 79% delle aziende prevede un maggiore ricorso a partner esterni per l’outsourcing di servizi non tradizionali: 4 organizzazioni su 10 vogliono esternalizzare maggiormente i servizi legati a salute, benessere e sostenibilità mentre il 43% prevede che nei prossimi tre anni richiederà un maggiore supporto esterno per la fornitura e l’approvvigionamento di energia rinnovabile e di soluzioni tecnologiche.
La definizione di cluster innovativi
A livello globale, 1 realtà su 5 riscontra difficoltà nel reperire talenti qualificati, con evidenti ripercussioni sulla strategia aziendale per circa la metà delle aziende. Ne consegue che innovazione tecnologica e disponibilità di talenti renderanno alcuni mercati molto più attrattivi di altri. Allineare le proprie strategie di portafoglio con quelle di talent attraction faciliterà l’acquisizione e la retention di risorse di valore.
“In continuità con le tendenze emerse nell’ultimo biennio, per le aziende si conferma centrale la volontà di creare un impatto positivo in termini di sostenibilità e benessere, adottando una visione olistica e considerando nelle proprie decisioni non più solo il singolo individuo, ma la comunità” commenta Luca Villani, Head of Occupiers & Work Dynamics di JLL Italia.
“La transizione verso nuovi ecosistemi ibridi di lavoro è una trasformazione ancora in atto e il compito dei player real-estate sarà quello di accompagnarla e facilitarla. I trend che caratterizzeranno il 2023 evidenziano una progressione nel “transformation journey” che il mondo corporate sta vivendo in più ambiti.
Dopo una fase di pianificazione e successiva implementazione, l’attuale raccolta e utilizzo dei dati pone le fondamenta per sviluppare strategie in grado di rispondere a una domanda mutevole e dinamica, su una base più solida e oggettiva.”