JLL: healthcare in crescita – 300 mio investiti nei primi 9 mesi dell’anno. Necessario incrementare i posti letto in futuro

In Italia si sono registrati investimenti capital markets per 300 milioni di euro nei primi nove mesi del 2022

Potenziale di sviluppo per la domanda di futuri posti letto nelle strutture residenziali per anziani e in quelle private di assistenza ospedaliera

Nei primi 9 mesi del 2022, gli investimenti capital markets nel settore sanitario in Italia hanno registrato circa 300 milioni di euro, di cui la metà relativi ad immobili destinati all’assistenza agli anziani, il resto all’attività ospedaliera. Si stima che in Europa gli investimenti immobiliari nel settore sanitario raggiungeranno i 10 miliardi di euro entro la fine del 2022.

Questo è quanto risulta dall’ultima ricerca “Real Estate Healthcare 2022” di JLL, leader nei servizi professionali e nella gestione degli investimenti per il settore immobiliare.

Le tendenze legate alla popolazione italiana

L’Italia è il primo Paese in Europa per quota di popolazione di età superiore ai 65 anni (24%), a cui seguono Grecia, Portogallo e Finlandia (che si attestano tutti al 23%). Entro il 2050, si stima che la percentuale di anziani in Italia si confermerà la più alta d’Europa[1]. Quasi la metà degli over 65 in Italia risiede in Lombardia, Lazio, Veneto, Campania e Piemonte ed è principalmente composta da donne (56%). Le regioni con la popolazione più anziana sono la Liguria (29%), il Friuli-Venezia Giulia e l’Umbria (27%), insieme a Piemonte, Toscana, Marche, Molise e Sardegna (26%). L’offerta di strutture sanitarie In Italia vi sono attualmente oltre 7.800 case di cura, l’83% delle quali gestite privatamente. La maggior parte di queste strutture (46%) è specializzata nell’assistenza agli anziani, mentre le restanti case di cura sono dedicate all’assistenza psichiatrica e a quella relativa alle disabilità fisiche.

Il Nord Italia conta il maggior numero di case di riposo, con Piemonte e Lombardia in testa. Negli ultimi 10 anni il numero di posti letto è aumentato del 15%, arrivando a circa 260 mila, ma l’attuale tasso di copertura (posti letto per 100 abitanti over 65) rimane comunque sotto la soglia ideale del 5%, attestandosi all’1,9%. Confrontando il numero di posti letto esistenti in strutture residenziali in Italia e il numero di posti letto occupati, emerge un tasso di occupazione pari al 78%. In particolare, in 11 regioni su 21 è superiore all’80%, con la Lombardia che si attesta quale regione più satura, raggiungendo l’87%.

La domanda di posti letto

Negli ultimi anni, il numero di over 65 ospitati nelle case di cura è cresciuto, raggiungendo 390.000 ospiti nel 2020, pari a +19% rispetto al 2010. La maggior parte risiede in strutture che si trovano nel Lazio, Campania, Basilicata e Sicilia. Il 21% degli utenti (circa 61.000) è autosufficiente; vi sono invece 73.000 anziani che necessitano di un’assistenza infermieristica moderata o quasi nulla, per i quali le soluzioni di senior living potrebbero rappresentare un’alternativa. Si prevede che entro il 2035 vivranno in Italia circa 3,6 milioni di ultrasessantacinquenni in più rispetto ad oggi, ad evidenza della forte necessità di garantire più posti letto rispetto all’offerta attuale.
Nell’ipotesi di raggiungere l’obiettivo di un tasso di copertura del 5% al 2035, si stima che l’offerta attuale debba raddoppiare aggiungendo ulteriori 600.000 posti letto. Il settore del private healthcare Nel 2020 in Italia le strutture di assistenza ospedaliera private accreditate erano in totale 488, pari al 49% del totale istituti di cura (pubblici e privati)[2]

I posti letto accreditati previsti nelle strutture di ricovero sono circa 50.800, comprensivi di day hospital, day surgery e degenza ordinaria; a differenza di quanto accade per le case di cura, tale offerta di posti letto non è distribuita prevalentemente al Nord: sebbene la Lombardia risulti ancora una volta prima per numero di posti letto, è seguita in questo caso da Campania, Lazio e Sicilia. Ciò riflette il diverso approccio alla sanità e alla privatizzazione che ogni regione ha adottato: la Lombardia è la regione con la maggiore privatizzazione, rappresentando il 22% dei posti letto privati complessivamente disponibili nel Paese. Seguono Campania (13%) e Lazio (12%). Guardando al peso di posti letto privati accreditati sul totale per regione, si notano in particolare tassi elevati in Calabria (32% di posti letto privati), Campania (31%), Provincia di Trento (30%), Sicilia (26%) e Lazio (25%). Regioni come il Piemonte (16%) la Puglia e la Sardegna (entrambe al 18%) presentano un tasso medio, mentre regioni come il Veneto (9%), l’Umbria (7%) e la Liguria (6%), mostrano tassi di privatizzazione tra i più bassi, con la Basilicata che è la regione con meno posti letto privati (2%).

“Il settore healthcare in Italia rappresenta un asset class di interesse anche in questo momento di incertezza finanziaria, soprattutto alla luce del fabbisogno potenziale di posti letto da qui al 2035, e conferma i fondamentali, oltre a costituire un settore d’investimento difensivo” commenta Antonio Fuoco, Head of Living Capital Markets di JLL Italia.
“L’allungamento dell’aspettativa di vita della popolazione è un elemento che continuerà a guidare la domanda a lungo termine. Inoltre, un altro fattore di interesse riguarda i rendimenti prime del settore, che, tendenzialmente, risultano storicamente più stabili e poco esposti a fattori esogeni rispetto ad altre asset class”.
 

[1] Elaborazioni JLL su dati Oxford Economics

[2] Fonte dati Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, 2020