CNCC in Commissione Parlamentare per la semplificazione – Le proposte dell’Associazione

Le proposte dell’Associazione dell’Industria dei centri commerciali: maggiore flessibilità per temporary store e modifiche merceologiche, semplificazione delle vendite straordinarie, intervento su disparità tra commercio fisico e on-line Milano, 3 dicembre 2021 – Si è tenuta ieri l’audizione dei rappresentanti del CNCC-Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali in Commissione Parlamentare per la semplificazione, in merito all’indagine conoscitiva sulla semplificazione delle procedure amministrative connesse all’avvio e all’esercizio delle attività di impresa.Un’occasione importante per l’Associazione dell’Industria dei centri commerciali per contribuire ad un rafforzamento della competitività di un settore chiave come quello del commercio al dettaglio, che rappresenta il maggiore settore dell’economia non finanziaria in Italia che incide con il 5,6% del valore aggiunto prodotto e con l’8,6% della forza lavoro. Un primo aspetto messo in luce ha riguardato l’esigenza di una maggiore flessibilità per le autorizzazioni in caso di variazione del settore merceologico (ad esempio, da alimentare a non alimentare e viceversa), spesso condizionate da molteplici vincoli e procedimenti: secondo il CNCC, il processo autorizzativo dovrebbe semplificarsi con una singola comunicazione alle autorità competenti con il solo fine di illustrare il nuovo assetto delle superfici, rendendolo molto più agevole l’iter e favorendo una maggiore flessibilità e dinamicità dell’offerta.Stessa logica dovrebbe essere seguita per modificare alcune tipologie di locali quali, ad esempio, i servizi dedicati alla salute o altri da inserire al posto di commercio al dettaglio e viceversa. Anche la possibilità di aumentare la superficie all’interno dei centri commerciali riservata alle attività temporanee nei mall dal 5% al 10% per un limitato periodo temporale, senza la necessità di richiedere formali autorizzazioni all’ampliamento o l’adeguamento dei parcheggi, è considerata dall’Associazione una valida opportunità a sostegno del commercio. Inoltre, la necessità di garantire le medesime condizioni tra gli operatori del commercio fisico e on-line continua ad essere un aspetto cruciale e il CNCC ha ribadito la necessità di eliminare i vantaggi competitivi, non solo in termini di costi e tassazione, di cui attualmente gode l’e-commerce e, in particolare, le grandi piattaforme on-line.Si ricorda, infatti, che mentre il commercio on-line può organizzare in qualunque momento dell’anno vendite promozionali e saldi, lo stesso non avviene per un qualsiasi esercente che opera in un negozio fisico. Si tratterebbe, pertanto, di estendere questa prassi in un’ottica di liberalizzazione delle promozioni e di semplificazione della disciplina delle vendite straordinarie, permettendo anche al commercio fisico di operare degli sconti (in media del 20-30%) su prodotti, senza vincoli temporali, a seconda dell’andamento delle vendite. Un intervento in tal senso, alla luce della ripresa dell’economia del Paese, non solo contribuirebbe a risolvere alcune importanti asimmetrie tra le due forme di commercio, ristabilendo uno scenario competitivo più equo, ma costituirebbe uno stimolo importante per i consumi interni con evidenti ricadute positive sul gettito fiscale.

Fonte: comunicato stampa CNCC