CBRE 2023 Investor Intentions Survey: gli investitori puntano i riflettori sull’attuale scenario di incertezza, sul repricing e sulla sostenibilità

CBRE presenta i risultati del proprio 2023 Italy Investor Intentions Survey, il sondaggio realizzato dal Team Research Italia di CBRE su un campione di 206 investitori nazionali e internazionali per comprendere le strategie di investimento nel real estate per il 2023. I risultati sono stati presentati in occasione dell’ottava edizione di Perspective, l’evento annuale della società dedicato alle ultime tendenze e alle prospettive del settore. 

Dall’indagine emerge che più del 55% degli intervistati indica come principale sfida per il mercato immobiliare il rallentamento della crescita economica nel 2023. Seguono il rischio di disallineamento delle aspettative di prezzo tra acquirenti e venditori, l’aumentata incertezza geopolitica, un peggioramento delle condizioni di accesso al credito e, infine, il rischio di un’inflazione ancora elevata e persistente.

Gli investitori risultano divisi sui tempi della ripresa economica in Italia. Il 45% prevede che l’attuale situazione di crescita economica lenta e inflazione elevata continuerà almeno fino al 2024, mentre un altro 44% ritiene che questo regime terminerà nel 2023, anno da cui inizierà una ripresa, e una normalizzazione dell’inflazione. C’è invece maggior coesione tra gli investitori sulla previsione che qualsiasi aumento della spesa pubblica italiana, se priva del sostegno dell’Unione Europea, causerà instabilità finanziaria: è l’opinione del 56% di loro, contro il 26% che ritiene che ci siano margini di espansione fiscale in Italia con rischi limitati di instabilità grazie allo scudo anti-spread della Bce.

Riguardo alle attuali incertezze dello scenario economico e all’aumento dei costi di finanziamento, quasi il 40% degli intervistati ha dichiarato di aver ampliato la platea di lender per il finanziamento dei propri investimenti, la diffusione dei fondi di debito ha infatti influenzato le scelte di finanziamento di un investitore su tre.

Per quanto riguarda le previsioni sulle transazioni di vendita e acquisto nel 2023, prevale l’atteggiamento wait-and-see. Il 48% degli intervistati si aspetta di ridurre o arrestare le proprie attività di dismissione rispetto al 2022, mentre il 57% prevede di diminuire o interrompere momentaneamente nuove acquisizioni. È interessante osservare che la percentuale di investitori che prevede una diminuzione dell’attività di acquisto nel 2023, rispetto all’anno precedente, è ai massimi storici, raggiungendo il 49%.

La maggioranza degli investitori (il 56%) dichiara comunque che intende mantenere invariata l’esposizioneverso il commercial real estate rispetto al 2022. Le decisioni di allocazione verso l’immobiliare dipendono fortemente dal repricing in questa fase: il 77% degli intervistati indica come principale fattore che influenzerà le proprie decisioni di aumento dell’esposizione immobiliare proprio le potenziali opportunità che potranno emergere dall’adeguamento dei prezzi.

Guardando alle preferenze espresse sulle singole asset class in cui investire, dal Survey emerge un crescente interesse verso il settore Uffici, in controtendenza rispetto alla contrazione dovuta alla pandemia da Covid-19: mentre l’anno scorso solo il 14% degli intervistati aveva indicato gli Uffici come principale asset class in cui investire nel 2022, questa percentuale è salita al 23% per il 2023. Le altre asset class ritenute interessanti come target per il 2023 sono la Logistica (23%), Residenziale (23%), con particolare riferimento al Multifamily, e Hotels (16%).

Scendendo più nel dettaglio, la frammentazione del mercato resta il principale vincolo per il Multifamily in Italia, ma le prospettive per questa asset class rimangono molto positive, con il 77% gli investitori fiduciosi che la domanda di abitazioni si intensificherà nei prossimi tre anni.

Per quanto riguarda il settore alberghiero, il 45% degli intervistati indica tra i principali ostacoli agli investimenti le difficoltà di negoziazione con i proprietari privati, mentre il 39% la mancanza di prodotto.

Guardando infine alle asset class emergenti, quella che sta riscuotendo il maggior interesse degli investitori è lo student living; quasi il 45% degli intervistati ha infatti dichiarato di avere intenzione di intraprendere investimenti in questo settore.


Il tema che mette d’accordo la maggior parte degli investitori è, infine, la sostenibilità: l’87% degli intervistati continuerà ad adottare strategie finalizzate al miglioramento delle proprie performance ESG, nonostante l’attuale clima geopolitico e macroeconomico, in particolare attraverso interventi di riqualificazione del patrimonio esistente (80%) e sfruttando le opportunità offerte dai finanziamenti green.

I risultati del sondaggio mettono in luce come l’incertezza dell’attuale scenario macroeconomico e geopolitico influenzerà i volumi di investimento nel 2023” – dichiara Giulia Ghiani, Head of Research & Data Intelligence di CBRE Italy. “Siamo certi che il repricing giocherà un ruolo fondamentale per le decisioni di allocazione del settore immobiliare e l’adozione dei criteri ESG sarà la nuova normalità”