Agenti immobiliari pronti a ripartire il 4 maggio. Le proposte delle associazioni per superare la crisi.

agenzie immobiliari

Gli agenti immobiliari, i mediatori creditizi e i mediatori merceologici sono pronti a ripartire con le loro attività, in sicurezza e nel pieno rispetto dei protocolli sanitari.

Per Fimaa – Federazione italiana mediatori agenti d’affari, aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia – la ripartenza è prioritaria sia per il sostentamento degli operatori delle categorie rappresentate, che ricoprono un indotto di oltre 250mila persone, sia perché la quasi totalità delle attività di intermediazione possono essere svolte in totale sicurezza e nel completo rispetto delle disposizioni e raccomandazioni anti-contagio.
Le proposte a sostegno del settore immobiliare. L’attuale emergenza da Covid-19 sta delineando uno scenario futuro tutto da decifrare per il settore immobiliare, che come noto contribuisce alla produzione di circa il 20% del Pil del Paese. Per la ripresa del comparto
occorre intervenire in fretta e senza esitazione per permettere agli operatori di riprendere le attività, in sicurezza, e ritornare a creare ricchezza nell’interesse di tutta l’economia italiana.
Per il rilancio e il sostegno al settore immobiliare per Fimaa occorre:

(1) Consentire la registrazione telematica dei contratti preliminari di compravendita, così come avviene per i contratti di locazione (RLI), conclusi anche mediante documenti informatici. Infatti, la possibilità di registrare per via telematica tutte le scritture private consentirebbe agli agenti immobiliari, nella fase di post-lockdown, di evitare file e assembramenti negli uffici del registro a tutela della salute delle persone e di velocizzare l’adempimento delle pratiche a vantaggio della collettività;

(2) Introdurre le spese di soggiorno tra quelle detraibili al 19% ai fini Irpef, in modo da consentire al comparto turistico, che ha perso oltre il 70% dei suoi ricavi a causa del blocco degli spostamenti e delle disdette delle prenotazioni, di recuperare fatturato e liquidità;

(3) Equiparare le imposte sull’acquisto della seconda abitazione a quelle della prima casa, (nell’ipotesi di contratto preliminare di compravendita stipulato entro il 31.12.2021), per dare impulso al mercato delle seconde case, a rischio stagnazione oltre che per gli effetti economici negativi dell’emergenza sanitaria da Covid-19, anche per gli alti costi fiscali relativi ai trasferimenti di proprietà;

(4) Dare la possibilità per chi affitta (locatore) di optare per il trattamento fiscale di cedolare secca per gli immobili (A/10) ad uso ufficio e studi privati, (C/1) negozi e botteghe, (C/2) magazzini e locali di deposito, (C/3) laboratori per arti e mestieri e, con limite di superficie, (D/2) alberghi e pensioni e D/8 (quest’ultimi sino ad una superficie massima che si potrebbe indicare in 300 mq), sia per i nuovi contratti di locazione, sia per quelli da rinnovare a condizione che il nuovo contratto preveda una riduzione del canone annuo rispetto al precedente;

(5) Applicare l’esenzione dell’Imu per i soggetti esercenti attività di impresa che non hanno potuto utilizzare l’immobile strumentale di proprietà a causa del lockdown, limitatamente al periodo di inattività, e la rimodulazione della Tari anche per gli inquilini che non hanno potuto utilizzare l’immobile strumentale durante il lockdown e limitatamente al periodo di chiusura;

(6) Rinnovare il beneficio del credito di imposta per tutto il periodo di chiusura forzata estendendolo anche a favore degli inquilini degli immobili rientranti nella categoria catastale A/10 (uffici e studi privati), C/1 (negozi e botteghe), C/2 (magazzini e locali di
deposito, etc.), C/3 (laboratori per arti e mestieri) e, con limite di superficie, D/2 (alberghi e pensioni) e D/8 (quest’ultimi sino ad una superficie massima che si potrebbe indicare in 300 mq), o, alternativamente, concederlo ai locatori degli immobili censiti alle categorie A/10 (uffici e studi privati), C/1 (negozi e botteghe), C/2 (magazzini e locali di deposito, etc.), C/3 (laboratori per arti e mestieri) e, con limite di superficie, D/2 (alberghi e pensioni) e D/8 (quest’ultimi sino ad una superficie massima che si potrebbe indicare in 300 mq) affittati a conduttori esercenti attività di impresa, arte o professioni, in crisi a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19.

Le proposte a sostegno del settore creditizio. A causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19 anche il comparto dei mediatori del credito, seppur non interessato direttamente dal blocco delle attività, ha subito una drastica riduzione del lavoro. Per Fimaa occorre

(1) Consentire l’accesso al Fondo di garanzia per le Piccole e medie imprese anche alle Società di mediazione creditizia e ai loro collaboratori. La preclusione di accesso al Fondo pone gli intermediari creditizi in una situazione di svantaggio nell’accesso al credito, soprattutto nell’attuale congiuntura socioeconomica in cui la liquidità rappresenta un fattore determinante per la sopravvivenza stessa delle imprese;

(2) Consentire l’accesso al microcredito anche alle imprese di vecchia costituzione. L’esclusione dell’accesso al microcredito alle imprese titolari di partita iva da più di 5 anni impedisce alle stesse di accedere ai relativi finanziamenti (fino a 40mila euro di liquidità), che permetterebbero il pagamento di beni e servizi essenziali come l’acquisto di strumenti per l’operatività dell’impresa, la retribuzione dei dipendenti e la frequenza dei corsi di formazione;

(3) Ampliare il plafond del Fondo di garanzia Consap mutui acquisto prima casa (anche in caso di acquisto con interventi di ristrutturazione ed obbligo di efficientamento energetico).
Inoltre, sarebbe utile aumentare la garanzia del Fondo dal 50% al 100% della quota capitale finanziato (con garanzia limitata a 10 anni).

Il commento del presidente nazionale Fimaa, Santino Taverna: “L’emergenza sanitaria da
Coronavirus (Covid-19) sta provocando nell’ambito sanitario, sociale ed economico difficoltà incalcolabili e senza precedenti in Italia e in tutto il mondo. Le categorie degli agenti immobiliari, dei mediatori merceologici e dei mediatori creditizi, hanno dimostrato da subito un grande senso di responsabilità e adesso sono pronte per la ripartenza, in sicurezza. Per la riapertura delle agenzie immobiliari, già dalla Fase 2, insieme alla Consulta interassociativa dell’intermediazione (Fimaa-Fiaip-Anama) abbiamo inviato al Ministero dello Sviluppo Economico un vademecum contenente le indicazioni per consentire agli agenti immobiliari di operare in tranquillità, a tutela della salute degli operatori e dei clienti. La filiera immobiliare, creditizia e merceologica deve ricominciare a contribuire alla crescita economica del Paese. È infatti chiaro che le ripercussioni dell’emergenza sanitaria sull’economia non si estingueranno in breve tempo. Il Fondo monetario internazionale ha stimato una contrazione del Pil italiano del 9,1%, nel 2020. Ma è l’intera economia globale ad essere stata travolta dal Coronavirus: per il Fmi, nel 2020, il Pil a livello globale calerà del 3%. La ripresa, in Italia, dipenderà molto dalle strategie internazionali e da quelle che il nostro governo metterà in campo per sostenere i redditi, difendere il lavoro e soprattutto rendere disponibili strumenti per riavviare l’economia dopo questo periodo di inazione coatta. Sarà determinante la flessibilità delle banche sui mutui e sui prestiti a supporto della ripresa. Le categorie rappresentate da Fimaa-Confcommercio faranno la loro parte, già a partire dalla Fase 2 Covid-19, in sicurezza e nel rispetto dei protocolli sanitari
”.

Anche FIAIP è sulla stessa linea d’onda, sottolineando i rischi di un protrarsi del lockdown per il settore dell’intermediazione immobiliare. Come afferma Mario Condo’ de Satriano, Vicepresidente nazionale vicario e Presidente del Centro Studi FIAIP nel corso della presentazione, del rapporto immobiliare relativo al 2019, “La pandemia sta mettendo a rischio 200mila posti di lavoro nel settore immobiliare”.

La stima, ha spiegato il vicepresidente della Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali), è condizionata alla prosecuzione della chiusura e il 4 maggio combinata con l’assenza di provvedimenti ad hoc per il real estate. ‘Sono 65mila – ha aggiunto Condo’ – i contratti di locazione tra privati e circa 20mila i trasferimenti immobiliari che non e’ stato possibile perfezionare a causa dell’emergenza Covid-19.

Il procrastinarsi dei provvedimenti di chiusura oltre il 4 maggio e la mancanza di provvedimenti ad hoc sull’immobiliare mettono a rischio 200.000 posti di lavoro nella filiera immobiliare

La totale paralisi della filiera immobiliare si innesta su un comparto già in forte crisi dal 2011 e ancora in essere, dove, nel silenzio generale della comunità economica e politica, ha perso oltre 700.000 posti di lavoro.

La chiusura dei cantieri e delle agenzie immobiliari, ha di fatto azzerato il numero dei contratti di compravendita e di locazione nel mese di aprile e questo trend proseguirà fino all’inizio della Fase 2; gli atti di trasferimento immobiliare proseguono grazie all’attività dei Notai ma sono riferibili esclusivamente ad accordi raggiunti e/o a preliminari stipulati antecedentemente ai provvedimenti restrittivi emanati dal Governo.

Sono circa 65.000 i contratti di locazione di varie tipologie che non si sono potuti perfezionare e circa 20.000 quelli relativi ai trasferimenti immobiliari che non si sono potuti effettuare a causa dell’effetto Coronavirus, ma che si effettueranno al termine del lockdown.

Forte il disagio di quei cittadini che erano in procinto di trasferirsi per lavoro o di chi deve liberare l’abitazione già venduta ed entrare in quella appena acquistata. Nella gestione di tali situazioni avrà un ruolo di strategica importanza l’attività dell’agente immobiliare nel cercare mediazioni finalizzate alla proroga volontaria dei termini contrattuali che consentano di evitare il forte rischio di contenzioso legale.

L’attuale crisi pertanto si innesta su quella precedente, il nostro Paese dal 2011 è ultimo in tutte le classifiche Europee, i dati economici già gravi e una pressione fiscale complessiva pari al 64% oltre all’attuale situazione di blocco, porteranno molti negozi e piccole imprese verso la chiusura.

I dati dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ci segnalano dall’inizio della pandemia un calo del Pil pari al 15%, questo dato è significativo per cercare di comprendere la capacità futura delle famiglie italiane di accedere al credito per l’acquisto della prima casa d’abitazione o per le imprese di ricorrere ad investimenti strutturali per l’ampliamento della propria attività.

Da segnalare, inoltre, come il ricorso allo smart working e quindi al lavoro da casa, cambierà la prospettiva lavorativa di molti impiegati permettendo alle aziende di ridurre i costi di locazione dei propri uffici tramite la riduzione dei metri quadri locati o mediante la dismissione di alcune unità decentrate.

Come logica conseguenza di quanto esplicitato è probabile una consistente contrazione dei prezzi di locazione per gli uffici, con un altrettanto forte riduzione dei metri quadri richiesti dalle aziende, mentre per quanto riguarda i negozi è necessario distinguere tra quelli della ristorazione in genere (bar e ristoranti) per cui si prevedono numerose mancate riaperture e quelli dell’alimentare che, invece a causa della ridotta mobilità, che proseguirà anche nella fase di riapertura, potranno non solo “resistere” ma probabilmente vedranno aumentare le vendite.

In ogni caso è difficile e forse improbabile immaginare una riduzione dei prezzi da parte dei locatori, già strozzati da una tassazione immobiliare altissima che tra l’altro ha visto da parte dell’attuale Governo l’eliminazione della cedolare secca per i negozi.

Al di là degli sviluppi della crisi e dei suoi riflessi sul mercato immobiliare, la propensione all’investimento immobiliare da parte degli italiani si è maggiormente rafforzata, sicuramente a causa dell’incertezza dei mercati finanziari sottoposti alla globalizzazione, ma anche per una nuova consapevolezza che vede nell’acquisto della propria abitazione l’approdo in un luogo sicuro per sé e per la propria famiglia.

Fonte: comunicati stampa FIMAA e FIAIP